Crescita e Esami - KungFuThienMu

Kung Fu Thiên Mụ
Võ Đường Thiên Mụ
Scuola di Arti Marziali Vietnamite




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Dương- Corpo
Premessa

Il rapporto che esiste tra allievo e Maestro, come già descritto in altre sezioni del sito, si fonda sulla fiducia che questi ha nella figura che ha deciso di seguire.

Nelle Arti Marziali Tradizionali, in effetti nelle scuole di Arti Marziali del passato, esistevano delle dinamiche diverse da quelle che conosciamo oggi. Le scuole erano organizzate in modo differente, erano luoghi in cui tutti il giorno era possibile allenarsi, in cui si viveva oltre alla pratica marziale, in alcuni casi accadeva che i praticanti vivessere al loro interno. Non esisteva il concetto di allenamento come "lezione" ad un certo orario e in giorni prefissati, non esisteva il concetto di grado o di cintura, almeno non così definito come lo è oggi.


Come in natura però, e così anche nelle scuole di Arti Marziali, le cose mutano e si evolvono. Molte tradizioni e usanze lasciano il posto a nuovi modelli di organizzazione e comportamento che meglio si adattano con le mutate necessità.


L'introduzione dei gradi, inteso come sistema delle cintue colorate o di altri metodi per dividere i praticanti, è appunto uno di questi cambiamenti. Oggi infatti, chiunque conosce o pensa di conoscere le Arti Marziali, praticandole o no, tramite il colore della cintura indossata. E' frequente che la prima domanda che viene posta a un praticante quando questi dichiara di praticare una Arte Marziale sia: "Che cintura sei?", come se questo fosse il metro di misura della bravura.



Nella Scuola Võ Đường Thiên Mụ

La scelta fatta dal Maestro Matteo Foglia, in merito al uso degli esami come metodo per definire la progressione tecnica della propria Scuola, è stata suggerita dalla volontà di tornare a quei comportamenti originali delle antiche Scuole.

Il metodo degli esami, per quanto sia buono, lascia scoperto un dettaglio importante della vita all'interno della palestra. Il praticante che è fisicamente più portato, sia per un'età più giovane o per particolare predisposizione fisica o mentale, potrebbe avvantaggiarsi in sede d'esame grazie a queste sue particolarità che non dipendono da allenamento, sudore, fatica e partecipazione alla vita in palestra.

Questo praticante potrebbe addirittura saltare degli allenamenti, non partecipare a stage formativi e/o non partecipare a gare o manifestazioni e trovarsi a fare un esame di pari qualità rispetto a un suo compagno di allenamento che vive la vita della palestra in tutte le sue sfaccettature.

Pertanto nella Scuola Võ Đường Thiên Mụ l'esame per il passaggio di grado inizia il primo giorno di allenamento. Ogni giorno il praticante è chiamato a diventare parte, sentendosi parte, della Scuola stessa.

Questo metodo, valido come quello degli esami di fine anno, va a premiare il merito.

Il merito quindi non si limita solo alla bellezza e accuratezza del gesto tecnico, che comunque è sempre la parte preponderante della conoscenza del praticante, ma va a tenere in considerazione quanto il praticante dimostra di amare quello che sta facendo. Un metodo così impostato premia anche chi fisicamente ha dei limiti, magari semplicemente dovuti all'età a cui ci si è avvicinati alla pratica, premia chi partecipa alle attività al di fuori del normale allenamento settimanale, premia chi è presente alle gare o alle dimostrazioni che sono eventi che danno luce e visibilità alla Scuola stessa.

Rispettando la filosofia che la Scuola vuole adottare, cioè quella di avere un equilibrio tra i concetti di Âm e Dương cioè di interno ed esterno, il praticante deve trovare un suo equilibrio tra il grado che indossa all'esterno e il modo in cui vice l'Arte Marziale al suo interno.
La divisione in gradi (o cinture) in una scuola non è una cosa sbagliata, da la possibilità al Maestro di suddividere le attività e di organizzare gli allenamenti a seconda delle esperienze maturate dagli allievi in gruppi omogenei ma quello che è da definire è il metodo con cui vengono assegnate le cinture.
In occidente accade che ci sia un momento durante l'anno in cui l'allievo è chiamato a sostenere un esame, davanti al proprio Maestro, per verificare che la sua preparazione sia tale da consentirgli di passare al livello successivo. Queso è abbastanza strano se pensiamo che l'allievo sta progredendo sotto il Maestro stesso e che quindi quest'ultimo lo vede ogni giorno lungo il suo persorso di apprendimento. Quindi, almeno per i primi gradi, l'esame è un momento che perde senso alla luce di quanto detto sopra.
Avanzando con i gradi, volendo quindi raggiungere dei livelli elevati, accade soprattutto nelle scuole di una determinata grandezza che il capo scuola o il responsabile tecnico della scuola voglia verificare l'uniformaità delle capacità per standardizzare l'avazamento tecnico della scuola stessa.
Questo metodo ha certamente una validità, ma spesso sono le modalità utilizzate che sono troppo puntigliose fino a quasi perdere il senso originale che dovevano avere.


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